Ci sono luoghi, a Cagliari, sui quali circolano leggende antiche, sospese tra verità e mistero. Oggi vorrei proporre un mini - tour di tre tappe alla ricerca dei luoghi più enigmatici della città.
1. Viale Sant'Avendrace: il tesoro nella Grotta della Vipera.
Si parte dalle pendici del colle Tuvixeddu, necropoli fenicio-punica tra le più grandi del mediterraneo. "Tuvixeddu" significa "colle dei piccoli fori", dal termine sardo tuvu per "cavità", dovuto proprio alla presenza delle numerose tombe scavate nella roccia calcarea.
Anche la Grotta della Vipera è stata scavata nella roccia circa duemila anni fa. Il suo nome deriva dalla decorazione che raffigura due serpenti, simbolo di passione e fedeltà coniugale. Secondo la leggenda la nobile romana Attilia Pomptilla offrì gli dei la propria vita per ottenere la guarigione del marito Lucio Cassio Filippo, malato di malaria. Egli in cambio dedicò alla moglie un mausoleo funebre (la grotta) sulle cui pareti si possono ancora leggere le iscrizioni in greco e latino.
Ma la leggenda popolare va oltre. Parla di un tesoro e di un insetto mortale "sa musca maceddsa". Nelle profondità della Grotta della Vipera sarebbero state sotterrate due casse: una conteneva il tesoro e l'altra le mosche seminatrici di morte.
Le ricerche del tesoro iniziarono nel 1641, quando due coniugi cagliaritani, Giovanni Satta e Marianna Lochi, ottennero l'autorizzazione del procuratore reale (ancora conservata nell'Archivio di Stato) a scavare la grotta. I documenti ufficiali finiscono qui ma i cagliaritani, sottovoce, parlarono a lungo del rinvenimento di un gran tesoro che venne diviso tra i poveri abitanti del borgo di Sant Vendres (San'Avendrace).
E fantasticarono sulla fortuna dei due coniugi nell'aprire la cassa giusta, lasciando a qualcun altro le mosche mortali.
Nel fondo della grotta, ancora oggi, sono presenti due cunicoli di cui non si conosce l’origine.
2. Via Sant'Efisio: le guarigioni miracolose della Grotta di Santa Restituta.
A Cagliari, nel cuore del quartiere Stampace, esiste un luogo in cui i malati possono riacquistare miracolosamente la salute. O almeno così narra la leggenda. Questo luogo è la grotta di Santa Restituta, madre di Sant'Eusebio vescovo di Vercelli. La voce popolare racconta che Santa Restituta venne legata ad una colonna, dentro la grotta, e uccisa barbaramente durante le persecuzioni Diocleziane. L'eco del martirio si propagò nei secoli, il luogo assunse una luce tragica e misteriosa.
La cultura popolare, nel tempo, ha mescolato la tradizione cristiana con quella pagana, e la grotta è diventata un luogo di guarigione.
Nella Cagliari del primo ottocento la leggenda si mescola con la povertà e con le tragiche epidemie. I bambini malati di vaiolo, dopo esser stati condotti all'interno della camera con la colonna del martirio, dovevano rotolarsi vorticosamente per terra sollevando la polvere miracolosa che gli avrebbe liberati dalla malattia. Così la leggenda è stata tramandata sino ad oggi.
Noi, tra sapere e non sapere, durante la visita della grotta tratteniamo un pò di polvere tra le scarpe...
... e devono essere scarpe comode, possibilmente da trekking, se vogliamo arrivare alla nostra terza ed ultima tappa:
3. Colle di Sant'Elia. I fantasmi della Grotta dei Colombi.
Ci sono misteri, nella storia di Cagliari, che sembrano destinati a incuriosire sempre la fantasia popolare.
Uno di questi è il fantasma della Grotta dei Colombi.
La grotta è situata alle pendici del colle Sant'Elia, nei pressi dell'insenatura di Cala Fighera. Accessibile solo via mare, era il luogo di caccia preferito dai bracconieri della zona perché nascondiglio di piccioni e colombi che, ancor oggi, nidificano all'interno in grande quantità.
Poi nella prima metà dell'Ottocento succede qualcosa, e la grotta diventa improvvisamente un luogo da evitare.
Tutto ha inizio qualche anno prima, tra il 1794 e il 1795. Un uomo di nome Dais viene riconosciuto colpevole di aver organizzato i tumulti popolari che portarono all'uccisione di due Cavalieri molto in vista, Gerolamo Pitzolo e Gavino Palliaccio.
La vendetta è tremenda. Il Dais viene torturato dai suoi nemici e, ancora vivo, abbandonato all'ingresso della grotta dei Colombi dove morirà dolorosamente. Ma la sua anima non può riposare in pace, come tutti coloro che muoiono di morte violenta. E allora diviene uno spettro nascosto tra le tenebre della grotta, dove ancora oggi diffonde il suo lugubre lamento spaventando gli incauti visitatori.
Il nostro tour finisce qui.
La Grotta dei Colombi è accessibile solo via mare, ed è uno dei luoghi più ventosi della Sella del Diavolo. Nei giorni di vento può capitare di sentire come un lamento provenire dalle acque, ma niente paura: è solo una leggenda (!).
1. Viale Sant'Avendrace: il tesoro nella Grotta della Vipera.
Si parte dalle pendici del colle Tuvixeddu, necropoli fenicio-punica tra le più grandi del mediterraneo. "Tuvixeddu" significa "colle dei piccoli fori", dal termine sardo tuvu per "cavità", dovuto proprio alla presenza delle numerose tombe scavate nella roccia calcarea.
Anche la Grotta della Vipera è stata scavata nella roccia circa duemila anni fa. Il suo nome deriva dalla decorazione che raffigura due serpenti, simbolo di passione e fedeltà coniugale. Secondo la leggenda la nobile romana Attilia Pomptilla offrì gli dei la propria vita per ottenere la guarigione del marito Lucio Cassio Filippo, malato di malaria. Egli in cambio dedicò alla moglie un mausoleo funebre (la grotta) sulle cui pareti si possono ancora leggere le iscrizioni in greco e latino.
Ma la leggenda popolare va oltre. Parla di un tesoro e di un insetto mortale "sa musca maceddsa". Nelle profondità della Grotta della Vipera sarebbero state sotterrate due casse: una conteneva il tesoro e l'altra le mosche seminatrici di morte.
Le ricerche del tesoro iniziarono nel 1641, quando due coniugi cagliaritani, Giovanni Satta e Marianna Lochi, ottennero l'autorizzazione del procuratore reale (ancora conservata nell'Archivio di Stato) a scavare la grotta. I documenti ufficiali finiscono qui ma i cagliaritani, sottovoce, parlarono a lungo del rinvenimento di un gran tesoro che venne diviso tra i poveri abitanti del borgo di Sant Vendres (San'Avendrace).
E fantasticarono sulla fortuna dei due coniugi nell'aprire la cassa giusta, lasciando a qualcun altro le mosche mortali.
Nel fondo della grotta, ancora oggi, sono presenti due cunicoli di cui non si conosce l’origine.
2. Via Sant'Efisio: le guarigioni miracolose della Grotta di Santa Restituta.
A Cagliari, nel cuore del quartiere Stampace, esiste un luogo in cui i malati possono riacquistare miracolosamente la salute. O almeno così narra la leggenda. Questo luogo è la grotta di Santa Restituta, madre di Sant'Eusebio vescovo di Vercelli. La voce popolare racconta che Santa Restituta venne legata ad una colonna, dentro la grotta, e uccisa barbaramente durante le persecuzioni Diocleziane. L'eco del martirio si propagò nei secoli, il luogo assunse una luce tragica e misteriosa.
La cultura popolare, nel tempo, ha mescolato la tradizione cristiana con quella pagana, e la grotta è diventata un luogo di guarigione.
Nella Cagliari del primo ottocento la leggenda si mescola con la povertà e con le tragiche epidemie. I bambini malati di vaiolo, dopo esser stati condotti all'interno della camera con la colonna del martirio, dovevano rotolarsi vorticosamente per terra sollevando la polvere miracolosa che gli avrebbe liberati dalla malattia. Così la leggenda è stata tramandata sino ad oggi.
Noi, tra sapere e non sapere, durante la visita della grotta tratteniamo un pò di polvere tra le scarpe...
... e devono essere scarpe comode, possibilmente da trekking, se vogliamo arrivare alla nostra terza ed ultima tappa:
Ci sono misteri, nella storia di Cagliari, che sembrano destinati a incuriosire sempre la fantasia popolare.
Uno di questi è il fantasma della Grotta dei Colombi.
La grotta è situata alle pendici del colle Sant'Elia, nei pressi dell'insenatura di Cala Fighera. Accessibile solo via mare, era il luogo di caccia preferito dai bracconieri della zona perché nascondiglio di piccioni e colombi che, ancor oggi, nidificano all'interno in grande quantità.
Poi nella prima metà dell'Ottocento succede qualcosa, e la grotta diventa improvvisamente un luogo da evitare.
Tutto ha inizio qualche anno prima, tra il 1794 e il 1795. Un uomo di nome Dais viene riconosciuto colpevole di aver organizzato i tumulti popolari che portarono all'uccisione di due Cavalieri molto in vista, Gerolamo Pitzolo e Gavino Palliaccio.
La vendetta è tremenda. Il Dais viene torturato dai suoi nemici e, ancora vivo, abbandonato all'ingresso della grotta dei Colombi dove morirà dolorosamente. Ma la sua anima non può riposare in pace, come tutti coloro che muoiono di morte violenta. E allora diviene uno spettro nascosto tra le tenebre della grotta, dove ancora oggi diffonde il suo lugubre lamento spaventando gli incauti visitatori.
Il nostro tour finisce qui.
La Grotta dei Colombi è accessibile solo via mare, ed è uno dei luoghi più ventosi della Sella del Diavolo. Nei giorni di vento può capitare di sentire come un lamento provenire dalle acque, ma niente paura: è solo una leggenda (!).
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