Il mare stanca, si sa. Con il caldo di questi giorni (11 ottobre!) sarebbe il caso di approfittarne ancora, è vero, ma il pensiero di ombrelloni-spiaggini-teli-eccetera in questo weekend lascia il posto ad un più rilassante percorso natura.
La fidata Panda è già calda, piccola sosta alla stazione di carburante (con quello che costa la benzina se si ferma spingo io), pronti via!
Il percorso che vi presento oggi parte da San Gavino di Porto Torres e arriva al Crocifisso di Bulzi.
Il tempo di percorrenza in auto è di circa 1 ora, per 50 chilometri circa di sviluppo.
1^ tappa: San Gavino, Porto Torres. La bellissima chiesa di San Gavino, intitolata al martire della comunità cristiana nel 304, sorge nell'area della necropoli. Costruita sopra due chiese più antiche risalenti al V - VI secolo, fu cattedrale della diocesi turritana fino al 1441. Nel XVII secolo venne interessata da scavi che fecero emergere le reliquie ritenute di San Gavino, Proto e Gianuario, con la conseguente costruzione della cripta. La pianta di San Gavino, post 1050, è costituita da un'aula divisa in tre navate e due absidi. Tale articolazione con doppia abside è sicuramente atipica: tuttora gli studiosi si interrogano sulla sua funzione. L'esterno è costruito in conci di calcare della Nurra.
2^ tappa: Nostra Signora, Tergu. La costruzione è elencata fra i possedimenti sardi dei cassinesi nelle porte bronzee dell'abbazia di Montecassino (risalenti al 1120 circa). La sua costruzione comprende due differenti fasi edilizie: la prima al momento della fondazione, prima del 1120, la seconda risalente alla fine del XII secolo. A quest'ultima risale la bellissima facciata, caratterizzata da bicromia, colonnine a zig zag e decorazioni di ruote intarsiate. La pianta è a croce commissa con presbiterio rettangolare.
3^ tappa: San Pietro del Crocefisso, Bulzi. La chiesa deve il suo nome alla Deposizione, scultura lignea conservata un tempo al suo interno. L'edificio romanico è frutto di due fasi costruttive, una degli inizi e l'altra della fine del XII secolo. A quest'ultima risalgono la sopraelevazione dell'aula, in origine a navata unica, il transetto e la realizzazione della facciata caratterizzata dall'alternanza di pietre calcaree e vulcaniche. Tale bicromia è ripresa all'interno nell'abside e nelle volte a botte del transetto. Il portale è sormontato da una lunetta in cui è inserita una formella con figure umane.
La fidata Panda è già calda, piccola sosta alla stazione di carburante (con quello che costa la benzina se si ferma spingo io), pronti via!
Il percorso che vi presento oggi parte da San Gavino di Porto Torres e arriva al Crocifisso di Bulzi.
Il tempo di percorrenza in auto è di circa 1 ora, per 50 chilometri circa di sviluppo.
1^ tappa: San Gavino, Porto Torres. La bellissima chiesa di San Gavino, intitolata al martire della comunità cristiana nel 304, sorge nell'area della necropoli. Costruita sopra due chiese più antiche risalenti al V - VI secolo, fu cattedrale della diocesi turritana fino al 1441. Nel XVII secolo venne interessata da scavi che fecero emergere le reliquie ritenute di San Gavino, Proto e Gianuario, con la conseguente costruzione della cripta. La pianta di San Gavino, post 1050, è costituita da un'aula divisa in tre navate e due absidi. Tale articolazione con doppia abside è sicuramente atipica: tuttora gli studiosi si interrogano sulla sua funzione. L'esterno è costruito in conci di calcare della Nurra.
2^ tappa: Nostra Signora, Tergu. La costruzione è elencata fra i possedimenti sardi dei cassinesi nelle porte bronzee dell'abbazia di Montecassino (risalenti al 1120 circa). La sua costruzione comprende due differenti fasi edilizie: la prima al momento della fondazione, prima del 1120, la seconda risalente alla fine del XII secolo. A quest'ultima risale la bellissima facciata, caratterizzata da bicromia, colonnine a zig zag e decorazioni di ruote intarsiate. La pianta è a croce commissa con presbiterio rettangolare.
3^ tappa: San Pietro del Crocefisso, Bulzi. La chiesa deve il suo nome alla Deposizione, scultura lignea conservata un tempo al suo interno. L'edificio romanico è frutto di due fasi costruttive, una degli inizi e l'altra della fine del XII secolo. A quest'ultima risalgono la sopraelevazione dell'aula, in origine a navata unica, il transetto e la realizzazione della facciata caratterizzata dall'alternanza di pietre calcaree e vulcaniche. Tale bicromia è ripresa all'interno nell'abside e nelle volte a botte del transetto. Il portale è sormontato da una lunetta in cui è inserita una formella con figure umane.
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